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CRYSI è arrivato; CRYSI arriverà.


Crysi non è un romanzo: Crysi è una fotografia, un fermo immagine.

Crysi non è un titolo: Crysi è uno stato, una condizione esistenziale di un Paese malato.

Crysi è il nostro Stato, il nostro Governo.

Crysi (il romanzo) è arrivato.

Crysi, quelo vero, temo che arriverà.

Sì...se qualcosa non cambierà in questo Paese, Crysi arriverà. Forse Crysi esiste già, anche se non materialmente.

Crysi l'ho visto, lo vedo: in tv, sui giornali, nei bar sentendo parlare le persone.

La politica è nata per dividere, non per unire; è nata per "tenere a bada".

E per il Governo, la crisi è diventata un'occasione per giocare. Tutti i politici seguono questa sottile regola: illudi, fai credere, nascondi... e ci guadagnerai. Un po' come molti medici che ti tengono malato volutamente, ti fanno guarire ma non troppo, così potrai continuare ad arricchire la case farmaceutiche.

E la crisi, quella economica, che esiste veramente, che è esistita, ora è diventata una pedina da gioco di ruolo: ci si gioca, la si gonfia, ne si parla, qualcuno se ne approfitta. La gente si è ammalata, la gente è stata ammalata da questo gioco. E con queste persone si continua a giocare, la crisi fa Audience, ma solo quando serve. Delle persone che soffrono veramente, delle loro vite, non importa.

Le vite delle famiglie italiane che soffrono davvero sono solo percentuali, titoli di giornali, perchè è questo lo scopo del gioco. Diventano attimi, fotografie.

Crysi c'è, ma non è solo quella economica. La crisi più grave è quella psicologica. La crisi più grave è di chi, di questo passo, crederà veramente a Crysi.

Crysi è arrivato; Crysi, temo, arriverà.

Crysi mi fa paura, ecco perchè l'ho scritto.

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