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Il pastore d'Islanda: l'Opera che sembra aver ispirato Hemingway.

"Chi non l'ha mai bevuto in una buca nella terra, a trenta gradi sotto zero e in mezzo a un deserto di montagne e tempesta, non sa cos'è un caffè."

Benedikt, pastore islandese, decide di festeggiare il Natale a modo suo: ogni anno, prima della domenica di Avvento, si mette in viaggio per portare in salvo le pecore smarrite tra i monti innevati, e che sono sfuggite durante i raduni autunnali. Benedikt non è da solo: in suo aiuto ci sono il cane Lèo (chiamato anche papa) e il montone Roccia, chiamato così per la sua forza e tenacia.

Un gruppo di tre amici che prende il nome di "santa trinità".

D'altra parte, gli animali che si erano persi

"Dovevano morire di freddo e di fame solo perchè nessuno aveva il coraggio di cercarli e riportarli a casa?"

In questo breve romanzo che sa molto di favola, c'è il tema della solidarietà, della solitudine e del contatto con la natura.

C'è la natura dell'uomo e non solo, in queste pagine. C'è il paesaggio e l'ambiente, la naturalezza anche dei sentimenti umani. Tematiche che ho sempre trovato in tutti gli autori scandinavi che ho letto e studiato.

Il stile è molto norreno, una scrittura semplice che deve arrivare a tutti. Non a caso, pare che questo racconto abbia ispirato Hemingway, portandolo a scrivere Il vecchio e il mare.

Gunnar Gunnarsson (1889-1975) nasce in Islanda, vicino al più grande ghiacciaio del Paese. Conclude gli studi in Danimarca, per poi tornare definitivamente "a casa" nel 1939.

Da giovane voleva fortemente scrivere, si definiva poeta, ma l'Islanda in quegli anni era un Paese povero, fortemente arretrato, e non era luogo adatto per scrivere e sviluppare questa arte.

Per questo motivo scrisse gran parte delle sue opere in danese, perchè l'ambizione e il desiderio di arrivare porta anche a questo: imparare una nuova lingua pur di vedere qualcosa di proprio diffuso sulla carta, prendere vita. Ai lettori di Gunnar perciò restavano tre strade da percorrere:

1-leggerlo in danese

2-leggerlo nelle traduzioni altrui

3-leggerlo nella autotraduzioni dell'autore stesso.

Gunnarson si puo' pertanto definire autore di due mondi: islandese che scriveva in danese e uomo che viveva in città (Copenaghen) ma che ambientava tutti i suoi scritti nella campagne islandesi.

Pag.60- "Quel viaggio era come una poesia, con rime e parole magnifiche che restavano nel sangue. E come una poesia, col tempo s'imparava a memoria e poi si sentiva il bisogno di tornare, per accertarsi che nulla fosse cambiato."

Gunnarsson lo scrisse dopo un episodio che accadde nel dicembre 1925, quando un gruppo di uomini sale sui monti islandesi per cercare delle pecore. Uno di loro si chiama Benedikt. Sei anni dopo, una rivista pubblica la storia di questa avventura. La rivista Julesne chiede a Gunnar di scrivere una storia ambientata in islanda, e lui prende ispirazione da quella spedizione. In seguito, la casa editrice tedesca Reclam lo contatta per scriverne un romanzo breve. Nasce così il Pastore d'Islanda.

L'Opera fu pubblicata per la prima volta in tedesco nel 1936, poi in danese e finalmente in islandese nel 1939.

Titolo: Il pastore d’Islanda Titolo originale: Advent Autore: Gunnar Gunnarsson Anno di pubblicazione: 1936 Anno di pubblicazione in Italia: 2016 Editore italiano: Iperborea Traduzione: Maria Valeria D’Avino

Se fosse cibo sarebbe: Latte molto freddo.

Periodo ideale per leggerlo: Dicembre, i giorni che precedono il Natale.

Lettore ideale: per chi ama la natura, gli animali e le favole. Adatto a chi si sente altruista e ama aiutare il prossimo.

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